Forlì, 26/06/2013
Agli “Innamorati/e della libertà”
e p.c. al Sig. Prefetto della Provincia
Forlì-Cesena
Cari/e “Innamorati/e della libertà”,
devo dire che ho seguito, con curiosità e anche con un po’ di preoccupazione, l’evolvere delle iniziative e delle azioni che avete organizzato recentemente nel territorio forlivese. La curiosità e l’interesse mio nascevano dal fatto che l’antifascismo era ed è la vostra parola d’ordine di riferimento ed è pertanto naturale che ciò riguardi anche il Presidente di un’Associazione come l’ANPI che, per Statuto, si pone l’obiettivo di testimoniare la memoria della Resistenza antifascista e che è impegnata a fare vivere, oggi e per il futuro, il messaggio antifascista. Per noi dell’ANPI come per tutti i democratici l’antifascismo non è, e non può essere, soltanto una dichiarazione autocertificata ma un insieme di valori da perseguire e praticare, nel concreto e con coerenza, nell’attività di ogni giorno per l’attuazione piena della Costituzione nata dalla Resistenza.
Mi riferisco ai valori della libertà e della responsabilità, della pace, della giustizia sociale per la cui conquista i partigiani si sono battuti, usando anche le armi, contro un regime violento e dispotico. Quei valori, pur essendo sanciti nella Costituzione antifascista, non sono mai dati una volta per tutte, ma richiedono un impegno continuo di tutte le forze che sono chiamate ad operare all’interno delle regole definite dalla carta costituzionale. Quelle regole, scritte nella Costituzione antifascista, rappresentano per l’ANPI il quadro di riferimento entro il quale è ciascuno può sviluppare la propria iniziativa nella convinzione, maturata anche dalla lettura dell’esperienza partigiana, che il successo dell’azione politica si realizza realmente allorquando una proposta, anche di una minoranza, acquista un consenso più largo e diventa patrimonio della maggioranza dei cittadini.
Questa è la politica ed è bene ricordarlo proprio nel momento in cui i soggetti politici che ne dovrebbero essere l’espressione più alta ( i partiti ) si trovano in una condizione di grande debolezza rappresentativa ma è lì, nella politica con le regole democratiche indicate dalla Costituzione, che noi dobbiamo riportare le nostre rivendicazioni anche le più estreme. Non ci sono scorciatoie, a meno che non si voglia cadere in un ribellismo inconcludente e pericoloso.
E qui vengo al secondo aspetto: la preoccupazione che mi deriva da ciò che è accaduto e che dimostra, nei fatti, che le modalità da voi adottate per esprimere il vostro legittimo dissenso rispetto agli atti delle istituzioni o per protestare contro la gravissima condizione che caratterizza la vita della parte più debole delle nostre comunità, queste modalità rischiano di portarvi nel vicolo cieco dell’isolamento politico fino al punto di essere percepiti, non dalle istituzioni, ma dai cittadini come qualcosa di estraneo e pericoloso piuttosto che un’opportunità per il sistema democratico.
Anche questa affermazione deriva dall’esperienza per cui sappiamo che quando si opera ai limiti della legalità, con azioni perseguibili sul piano penale, inevitabilmente si finisce per incontrare la reazione forte e spesso sproporzionata dell’autorità preposta alla tutela dell’ordine pubblico. Ed anche a Forlì è accaduto esattamente questo, con un intervento repressivo che è apparso, anche a noi dell’ANPI, eccessivo rispetto ad una protesta che non sembrava avere toccato punte di particolare violenza. Francamente viene da osservare che, in altri momenti durante assai discutibili manifestazioni con uso di slogan, gesti e simboli nazifascisti, non abbiamo visto mai tanta solerzia nell’applicazione della legge e della Costituzione antifascista e ciò nonostante le ripetute sollecitazioni dell’ANPI e di tanti cittadini democratici.
Per tutte queste ragioni, e non certo per una cosiddetta par condicio, voglio comunicare a voi, che l’ANPI intende fare proprio il vostro appello e chiedere al Prefetto, cui la presente è inviata per conoscenza, che, nell’esercizio delle sue prerogative, voglia accogliere i ricorsi presentati contro i provvedimenti restrittivi che sono stati adottati nei confronti delle persone fermate. Sarebbe un gesto molto più significativo rispetto a quello della burocratica applicazione degli atti e potrebbe creare una condizione più favorevole ad un’evoluzione positiva per un confronto democratico sui vari temi sollevati dall’iniziativa del gruppo degli “innamorati/e della libertà”.
A questo proposito l’ANPI è assolutamente interessata a dare un contributo ad un confronto con il quale si possano approfondire le ragioni di un impegno per allargare la conoscenza ed il consenso popolare attorno ai temi dell’antifascismo e per la piena attuazione della Costituzione, per il riconoscimento e la pratica dei diritti fondamentali della persona che danno pienezza al significato della libertà responsabile ( lavoro, giustizia, difesa dei beni comuni ). Mi auguro che ciò sia possibile e che il confronto si caratterizzi per il pieno rispetto delle diversità ( da intendere come un valore ) e per uno sforzo di ricerca di percorsi ed obiettivi comuni.
Vi ringrazio per l’attenzione e resto in attesa salutandovi.
Il Presidente ANPI Forlì-Cesena
Carlo Sarpieri