Nei giorni che vanno dal 12 al 15 maggio 2016, a Rimini, si terrà il 16° Congresso dell’ANPI nazionale. Nel territorio della Provincia Forlì-Cesena si terranno complessivamente 12 Congressi di sezione entro il mese di febbraio per giungere al Congresso provinciale che si terrà a Forlì il 12 marzo p.v. Si tratta di un evento previsto da una scadenza statutaria ma che giunge in un momento molto delicato della vita politica nazionale ed internazionale, un momento che richiede, alla gloriosa Associazione dei partigiani d’Italia, un grande sforzo di elaborazione e definizione degli orientamenti, degli obiettivi e delle strategie più idonee per affrontare, con la maggiore incisività possibile, le sfide poste da una situazione internazionale ed interna oggettivamente molto complessa e gravida di pericoli per l’umanità intera.
L’ANPI è chiamata a dare il suo contributo dovendo nel contempo subire l’effetto negativo derivante dal progressivo e naturale superamento della generazione dei partigiani, dei protagonisti diretti della grande vicenda storica, così drammatica e pur così creativa, che fu la Resistenza e la lotta di Liberazione. Ci stanno lasciando tutte quelle persone che, con la loro testimonianza dei fatti che portarono alla nascita della Repubblica ed alla formazione dello Stato democratico, assicuravano alla nostra Associazione una grande autorevolezza morale e politica. Nel futuro dell’ANPI c’è questa sfida: come preservare questa autorevolezza, come assicurare la conseguente e necessaria autonomia politica dell’Associazione?
L’eredità morale e politica che i partigiani lasciano non può andare perduta, essa deve essere raccolta ed attualizzata dagli antifascisti, da coloro che credono nel valore dell’antifascismo come elemento fondante dello Stato democratico e della Costituzione repubblicana ma anche come chiave di lettura delle trasformazioni economiche e sociali e indicatore delle possibili soluzioni ai conflitti che attraversano le moderne società. Per noi dell’ANPI lo Stato deve essere sempre più antifascista nel senso che esso, lo Stato, deve garantire sulla piena attuazione della Costituzione antifascista. Noi non siamo alla ricerca di un altro Stato ma siamo per uno Stato coerentemente antifascista intendendo con ciò non solo la necessità e il dovere di contrastare i risorgenti movimenti fascisti e nazisti ma assicurare il pieno dispiegarsi della partecipazione democratica dei cittadini e della sovranità popolare. Per questa ragione guardiamo con preoccupazione il determinarsi di un’oggettiva convergenza tra le posizioni espresse dalle società di Rating che chiedono di rivedere le Costituzioni degli Stati europei ed il contestuale restringimento degli spazi di libertà conseguenti al terrorismo dell’Isis ed alla nascita di un progetto politico della destra estrema europea.
L’antifascismo non è quindi una parola d’ordine del passato, non è un’indicazione nostalgica ma, al contrario, riguarda le situazioni concrete dell’oggi e può dunque essere utilizzato per un progetto di futuro. Nei conflitti che caratterizzano le società moderne, in ogni campo della vita economica e sociale, delle relazioni tra i popoli e tra gli Stati, l’antifascismo si propone come scelta del dialogo e del confronto, condotti nel rispetto dei valori fondamentali della Costituzione, delle regole della democrazia e della dignità della persona. L’antifascismo ci permettere di declinare le tragiche vicende del terrorismo e della guerra tenendo insieme il tema della pace con quello della giustizia sociale e di un’equa distribuzione della ricchezza come spesso ci ricorda papa Francesco.
L’antifascismo ci permette altresì di valutare con forte preoccupazione i contenuti di una riforma costituzionale che, se accostata alla nuova legge elettorale e ai suoi meccanismi premiali della maggioranza, delinea il grave pericolo di compromettere le garanzie costituzionali che i Costituenti avevano voluto perché non si ripetesse mai più un’esperienza in cui il potere esecutivo sovrastava tutti gli altri poteri e che aveva portato l’Italia alla rovina. La riforma del Senato rischia altresì di limitare fortemente il potere di scelta degli elettori e di ledere il principio fondamentale della sovranità popolare.
La posizione dell’ANPI sulla riforma costituzionale, lungi dal voler esprimere un atto di contrarietà nei confronti del Governo, si muove su una linea di autonomia politica di un’Associazione che si è espressa liberamente anche in altre occasioni, di un’Associazione in cui oltre il 70% degli iscritti non risulta essere iscritto a nessun partito. L’ANPI non è un partito e non può somigliare ad un partito ma deve avere l’ambizione di agire in autonomia, di parlare a tutti ed in particolare di usare un linguaggio capace di rivolgersi ai giovani, senza giudicarli, ma sapendo ascoltare le loro ansie, i loro bisogni e valorizzare la loro propensione alla solidarietà e le loro competenze.
Per tutte queste ragioni e per altre ancora il 16° Congresso dell’ANPI rappresenta un’occasione importante per contribuire allo sviluppo di una cultura democratica ed antifascista moderna fondata sui valori della pace, della libertà e della giustizia sociale propri della nostra Costituzione. E’ importante perciò che tutti gli iscritti ed i simpatizzanti si sentano impegnati a partecipare.
Carlo Sarpieri – Presidente ANPI Provinciale Forlì-Cesena
http://www.anpi.it/articoli/1455/16-congresso-nazionale-anpi