Dall’11 novembre all’11 gennaio, nel Foyer del Teatro Fabbri a Forlì, opere del milanese che “ha adottato” Cesenatico – In occasione dell’inaugurazione, presentazione del suo libro “La libraia di piazzale Loreto” – Al termine gli verrà consegnato il riconoscimento dei “Cittadini del mondo per la Pace”
Dici Mantegazza e per chi ha i capelli bianchi arrivano immagini di disegni, quadri, ambienti “strani” e personaggi che ci hanno divertito/commosso, poi arrivano pupazzi e come dimenticare disegni e figure durante le trasmissioni di Biagi?
Ebbene, Tinin Mantegazza, da Cesenatico, originario di Varazze e per tanti anni milanese, fa un regalo a Forlì in occasione delle celebrazioni dell’Anniversario della Liberazione della città, esponendo quadri, disegni ed oggetti nel foyer del Teatro Fabbri che costituiranno la Mostra “MEMORIA”, aperta dall’11 novembre2016 all’11 gennaio 2017.
Un “regalo” che viene dall’amore di Tinin per Forlì, la città che lo vide Consigliere provinciale e dove, assieme a Ruggero Sintoni, realizzò il Teatro per la Pace.
“Sono proprio tre sentimenti d’amore che ci hanno spinto a “costruire” questa mostra, assieme al Comune e al Teatro Fabbri –spiega Tamer Favali, Presidente dell’Anpi provinciale Forlì-Cesena- partendo da quello di Tinn per Forlì, poi dall’amore dell’ANPI per la cultura democratica e per la libertà, un amore che i nostri “ragazzi” di allora dimostrarono anche con il sacrificio, dandoci una Costituzione democratica dove cultura e libertà si sposano, approfondendo quel binomio che il movimento operaio ha sempre sostenuto, infine –conclude Favali- abbiamo fornito un’occasione in più per “esercitare” quel legame affettivo che esiste nella nostra città fra pubblico e Teatro e vedere opere di alto livello, entrando nel teatro stesso”.
Di Mantegazza La Repubblica scrisse: “alle 6 del mattino, (era a piazzale Loreto) accompagnato dal padre che «s’ era messo il cappotto sul pigiama ed era sceso per verificare, in una città dove i telefoni non funzionavano più, quel tam tam di balcone in balcone, che diceva “il porco è morto”». Ha vissuto il dopoguerra lavorando al quotidiano La Notte come disegnatore, la stagione fantastica degli anni ’60 l’ha passata mettendo in piedi un cabaret, in cui si esibirono i giovanissimi Cochi e Renato, Bruno Lauzi, Enzo Jannacci, Giogio Gaber, Paolo Poli. Non contento, negli anni ‘ 70 ha fondato il teatro Verdi e la compagnia teatrale Il Buratto. Ha lavorato molto con la Rai, costruendo con la moglie Velia più di duemila pupazzi teatrali e televisivi (fra cui, nel 1985, il pupazzo DODO, protagonista della trasmissione L’Albero Azzurro) e collaborando –come la moglie- per lunghi anni con Enzo Biagi: realizzava i disegni delle schede del programma del giornalista poi epurato. Tinin Mantegazza, ligure di Varazze, milanese da quando aveva sei anni ma dai primi anni 2000 si è trasferito a Cesenatico «perché lì la gente è più simpatica»”.
Oltre a “raccontare” visivamente la sua arte, Tinin, a Forlì, porta anche uno spaccato di com’era Milano ai tempi della guerra e delle situazioni, in quanto venerdì 11 novembre, al Foyer del Teatro Diego Fabbri (ingresso via delle Aste 10), alle ore 17:30, in occasione dell’inaugurazione della mostra, presenterà il suo volume “La libraia di piazzale Loreto”. Con Ruggero Sintoni, produttore teatrale, a parlarne ci saranno Tamer Favali, Presidente ANPI, Davide Drei Sindaco di Forlì, Andrea Casoli, editore del volume, mentre Lucia Vasini leggerà brani significativi dell’opera.
L’incontro terminerà con la consegna a Tinin Mantegazza del riconoscimento “Cittadini del mondo per la Pace”, istituito dal Teatro per la Pace.
Da segnarsi in agenda che nel corso della rassegna di Tinin, verranno presentati dagli autori “La certezza del ricordo” di Carlo Flamigni (15 novembre ore 17:30) e “Nel cerchio dove cessava il respiro” di Maurizio Balestra e Matteo Mazzacurati (23 novembre ore 17:30), sempre nel Foyer del Teatro Fabbri.
ANPI FORLI’-CESENA
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