Martedì 5 aprile 2015 alle ore 20:30 presso la sala Nella Versari in Piazza Felice Orsini 12 si terrà la presentazione del libro “LA FOJA DE FARFARAZ Predappio: cronache di una comunità viva e solidale”.
Interverranno gli autori del libro Palmiro Capacci e Rolando Pasini, la Presidentessa dell’ANPI di Meldola Paola Borghesi, il Presidente dell’ARCI forlivese Michele Drudi ed il Sindaco Gianluca Zattini.
Romagna terra del Duce?
Questo è il tema di una conferenza promossa dalla sezione ANPI di Meldola e dall’ARCI che terrà il 5 aprile aprile a Meldola.
Indubbiamente Benito Mussolini nacque a Predappio e divenne personaggio di levatura nazionale a Forlì, questo nella sua fase di socialista rivoluzionario. Fascista lo divenne a Milano. Mussolini desiderò fare “bella figura” nella sua terra natale ed in particolare a Predappio e Forlì che ebbero molti finanziamenti. Due delle sue residenze estive erano in Romagna: la Rocca delle Caminate e la Villa di Riccione.
In questo senso si potrebbe parlare di Romagna terra del Duce.
Ma la Romagna non fu mai la terra del fascismo, nonostante che il suo Duce fosse nato da queste parti.
La Romagna fu fra le ultime regioni ad essere piegata dal fascismo e lo fu grazie all’invasione delle squadracce di Italo Balbo da Ferrara e di Dino Grandi da Bologna. A Predappio al momento della “Marcia su Roma” vi erano solo 4 (quattro) iscritti al fascio, peraltro figure di secondo piano di cui mai più si sentì parlare. Il “Popolo di Romagna” giornale fascista locale portò sempre come sottotitolo “facciamo della Romagna la terra d’avanguardia del fascismo”, portò questo sottotitolo perché mai lo divenne, lo stesso giornale si lamento che nelle graduatorie delle provincie più fasciste d’Italia quella di Forlì era all’83° posto ed a quei tempi le provincie erano meno di 90.
Si può quindi affermare che politicamente la Romagna non fu la terre del Duce e del fascismo.
Il timore è che lo possa diventare oggi nella vulgata della sua immagine che può affermarsi all’esterno, come successo per Predappio. Molte iniziative e “valorizzazioni” se non ben ponderate potrebbero contribuire a questa visione storia distorta.
Per questo è importante ricordare e ricostruire la storia nella sua complessità e totalità senza cadere nelle banali volgarizzazioni, la conferenza di Meldola va in questa direzione.
Palmiro Capacci