69° anniversario delle stragi del Carnaio e di Tavolicci

10 Luglio 2013 Lascia un commento »

ANPI Forlì Cesena in occasione del 69° anniversario delle stragi del Carnaio e di Tavolicci organizza per la giornata di sabato 20 luglio 2013 un’uscita sui luoghi delle stragi.

PROGRAMMA

Fermate Pullman
ore 7.30 – Forlimpopoli (fermata autobus P.zza Paolucci de Calboli)
ore 7.50 – Forlì’ (Punto Bus – Stazione)
ore 8.10 – Meldola (Punto bus)
ore 8.20 – Cusercoli (distributore)
ore 8.40 – Civitella (Piazza)
ore 9.00 – Galeata(parcheggio vicino al comune)
ore 9.10 – S.Sofia (piazza Matteotti)

Ore 9.30
Deposizione corona al CARNAIO e orazione di Carlo Sarpieri Presidente Anpi Comitato Provinciale di Forlì-Cesena Bagno di Romagna,

Ore 10.15
Bagno di Romagna, Palazzo del Capitano
“La violenza politica dalla Seconda Guerra Mondiale alla strategia della tensione degli anni Settanta”

Saluti istituzionali e Interventi di:

Vladimiro Flamigni, La violenza contro la popolazione civile negli anni della Repubblica sociale italiana e le stragi di Tavolicci e del Carnaio
Simona Sallustri, La violenza politica nel secondo dopoguerra in provincia di Forlì-Cesena
Domenico Guzzo, Una memoria da costruire, eventi e vittime del terrorismo degli anni Settanta in Romagna
Simone Neri Serneri, direttore dell’Istituto Storico della Resistenza in Toscana.

Ore 12.30
Pranzo presso Ristorante Alto Savio a San Piero in Bagno

Ore 15.30
Tavolicci- Commemorazione delle Vittime della Strage del 22 luglio 1944.

Saluto del Sindaco di Verghereto, Guido Guidi e del Presidente del Coordinamento Provinciale dei Luoghi della Memoria Monia Giovannetti, prolusione del Direttore dell’Istituto Storico della Resistenza in Toscana Simone Neri Serneri

Ore 16.00
La compagnia teatrale di Cesena “Teatro delle Cinque Lune” presenta una anticipazione dello spettacolo “Il Sogno di Doro”

Rientro ore 17.30

La spesa prevista per viaggio e pranzo sarà tra i 20-25 euro

PRENOTAZIONI

Per prenotazioni inviare una e-mail a info@anpiforli.it oppure telefonare al 0543/28042 il lunedì, il mercoledì e il venerdì dalle 9.00 alle 12.00.

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http://www.istorecofc.it/luoghi-passo-del-carnaio.asp?pr1_tipo=luoghi

STRAGE DEL CARNAIO

La bacheca all’inizio del sentiero racconta la giornata del 25 luglio nella sua angosciante successione temporale.
Era un martedì molto caldo. Alle 8 del mattino settanta militi della polizia italo-tedesca iniziano il rastrellamento alla ricerca di trenta uomini da fucilare per rappresaglia all’uccisione di tre tedeschi. Alle 8,30 è incendiata la prima casa. Dalle 9 alle 11 sul Carnaio e a Tremonte sono bruciate altre sedici case. Le sessantadue persone rastrellate, prevalentemente donne e bambini, sono condotte in cima al Carnaio e si riparano sotto l’unica quercia presente nel luogo. Alle 11,30 i prigionieri sono raggiunti da don Ilario Lazzaroni che cerca di portar loro conforto e sacramenti. Alle 14 don Ilario si avvia verso Bagno di Romagna dove vuole perorare la causa dei prigionieri presso il Comando tedesco. E’ ucciso con una raffica di mitra dopo aver fatto pochi metri. Alle 20,30 vengono rilasciate le donne e i bambini trattenuti sin dal mattino. Sono invece fucilati i sei uomini. Alle 21 con un camion i tedeschi trasportano da San Piero al Carnaio altri ventuno rastrellati. Un giovane cerca la salvezza saltando dal camion, viene preso e impiccato al palo del telegrafo. Alle 21,30 gli uomini sono condotti nell’avvallamento sotto la strada, nei pressi della quercia. Le mitragliatrici sparano dall’alto, inesorabili. L’ora serale, tra buio e luce favorisce la fuga e in due riescono a salvarsi. Lungo il sentiero, pietre squadrate, segni indelebili della storia, ricordano i nomi degli uccisi.

http://www.istorecofc.it/luoghi-tavolacci.asp?pr1_tipo=luoghi

STRAGE DI TAVOLICCI

La sera del 21 Luglio 1944 una squadra di n. 5 agenti di polizia italo-tedesca si portava a Tavolicci (piccola borgata di circa 80 abitanti posta nel comune di Verghereto, Forlì, Parrocchia di S. Maria in Montegiusto). Perlustrarono tutto il paese, penetrarono in tutte le case, simulando grande gentilezza e cortesia ed assicurando alla popolazione che contro di essa non sarebbe stato fatto nulla e che quindi dormisse nella propria abitazione.

La mattina seguente un’ora avanti il giorno, mentre gli abitanti di Tavolicci dormivano ancora tranquilli così vigliaccamente ingannati, una squadra di agenti di polizia italo-tedesca (in numero di circa 40) come belve feroci irrompevano nel paese.
Alcuni circondandolo con mitragliatrici ed altri penetrando con violenza nelle abitazioni, imponendo a tutti gli abitanti di alzarsi e vestirsi immediatamente.

Intanto gli uomini validi e giovani venivano legati con funi e tratti sulla piccola piazzetta del paese affinché fossero spettatori del massacro e del martirio delle loro donne e dei loro bambini.
Gli uomini vecchi ed invalidi furono barbaramente uccisi sulla soglia delle loro abitazioni, tutte le donne e i bambini furono con spinte e minacce, rivoltella alla mano, radunati in un piccolo ambiente e fu loro intimato di stendersi a terra: erano madri urlanti e stringenti al petto i loro neonati, erano ragazze nel fior della vita che imploravano pietà e misericordia, erano piccoli fanciulli atterriti che attaccati alle gonne delle loro madri piangevano e chiedevano pane.

Il boia che aveva la faccia mascherata e che parlava benissimo l’italiano, sulla soglia della porta, atteso il momento opportuno, sparò varie raffiche di mitragliatrice su quel cumulo di vittime innocenti che inutilmente imploravano misericordia. Poi si ritirò chiudendo la porta, ma sentendo ancora delle grida, dei gemiti, ritornò per ben due volte sparando vari colpi di rivoltella sulle persone che accennavano ancora qualche segno di vita. Alcune donne e bambini che tentavano di fuggire furono barbaramente uccisi e massacrati. Una piccola fanciulla di cinque anni che forse aveva tentato di darsi alla fuga fu trovata completamente sventrata.

Finalmente per coprire in parte il massacro e non lasciare tracce dell’orrendo delitto venne appiccato fuoco al locale sottostante, adibito a stalla, unitamente ad un paio di vacche, e così molti di quegli innocenti finirono bruciati vivi.
Intanto altri agenti si erano versati contro le abitazioni e quindi rubavano ed asportavano ciò che faceva loro comodo e poi appiccarono fuoco a tutte le case. Gli uomini arrestati venivano trascinati a Campo del Fabbro (Comune di S. Agata Feltria) a circa due chilometri di distanza e quivi venivano tutti orrendamente massacrati ed uccisi.
Qualche donna e qualche fanciullo anche feriti riuscirono ad evadere alla vigilanza delle guardie e mettersi in salvo; altri riuscirono alla partenza degli agenti a fuggire dalla prigione in mezzo alle fiamme ed al fumo.

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