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Intervento di Mirella Menghetti in occasione del 69° anniversario della Liberazione di Forlì

12 Novembre 2013

Sabato 9 novembre 2013 si sono svolte le celebrazioni per il 69° anniversario della liberazione di Forlì, in questa occasione Enrico Monti e Mirella Menghetti, due giovani militanti ANPI, hanno pronunciato i loro interventi nel salone comunale alla presenza del Sindaco di Forlì Roberto Balzani, delle autorità e dei ragazzi delle scuole di forlivesi.
Di seguito l’intervento di Mirella Menghetti:

 

Credo di essermi iscritta all’ANPI perché non ne potevo più.
Non ne potevo più del disagio sociale nel quale sono cresciuta, dell’assenza dilagante di valori morali, dell’assenza di speranza. Viviamo in un clima di terrore, nel quale rincorriamo una giustizia che non esiste, dove gli ultimi saranno gli ultimi, se i primi sono irraggiungibili come cantava Frankie Hi NRG in una meravigliosa canzone di qualche anno fa.
Mi sono guardata intorno per anni, mentre cercavo di dire “BASTA” a voce alta, partecipando a manifestazioni piccole e grandi, organizzate da partiti politici, sindacati, associazioni; mi guardavo intorno alla ricerca di qualcuno che parlasse la mia lingua e sempre, quando c’erano diritti da difendere, mi imbattevo in qualche Partigiano che orgogliosamente sventolava una bandiera dell’ANPI o ne indossava il fazzoletto.
Io non ho mai avuto e non ho tuttora tessere di partito, perché i partiti mi sembrano più interessati a trovare un leader e a stravolgere la Costituzione piuttosto che a proteggere la democrazia del Paese e favorirne la crescita. Io invece credo che la risposta non sia la proclamazione di un leader ma lo sviluppo del pensiero critico in ogni individuo, affinché le diversità di ognuno siano la risorsa con la quale costruire quella rivoluzione in grado di ridare alla mia generazione (e soprattutto a quelle che verranno) la voglia di futuro che ci manca. Non credo possa esistere rivoluzione senza antifascismo, perciò, da maggio 2012, sono iscritta all’ANPI, alla sezione di Bertinoro, perché voglio contribuire a cambiare le cose.
Se cerchiamo su un dizionario il significato della parola “antifascismo” non troviamo che questa definizione: “movimento di opposizione al fascismo”; in realtà ci sono parole che rendono meglio l’idea, come quelle di Calamandrei:

 

«La Resistenza alla fine li spazzò via; ma non bisogna oggi considerar quell’epilogo soltanto come la cacciata dello straniero. Quella vittoria non fu soltanto vittoria contro gli invasori di fuori: fu vittoria contro gli oppressori, contro gli invasori di dentro. Perché, sì, veramente, il fascismo fu un’invasione che veniva dal di dentro, un prevalere temporaneo di qualche cosa di bestiale che si era annidato o si era ridestato dentro di noi: e la Liberazione fu veramente come la crisi acuta di un morbo che finalmente si spezzava dentro il nostro petto, come lo strappo risoluto con cui il popolo italiano riuscì con le sue stesse mani a svellere dal suo cuore un groviglio di serpi, che per venti anni l’aveva soffocato.
Vittoria contro noi stessi: aver ritrovato dentro noi stessi la dignità dell’uomo. Questo fu il significato morale della Resistenza: questa fu la fiamma miracolosa della Resistenza.
Aver riscoperto la dignità dell’uomo, e la universale indivisibilità di essa: questa scoperta della indivisibilità della libertà e della pace, per cui la lotta di un popolo per la sua liberazione è insieme lotta per la liberazione di tutti i popoli dalla schiavitù del denaro e del terrore, questo sentimento della uguaglianza morale di ogni creatura umana, qualunque sia la sua nazione o la sua religione o il colore della sua pelle, questo è l’apporto più prezioso e più fecondo di cui ci ha arricchito la Resistenza.»

 

Oggi commemoriamo la Liberazione di Forlì dal nazifascismo e credo che non ci siano parole migliori di quelle di Calamandrei per ricordare l’immensa gratitudine che dobbiamo ai Partigiani, ai Patrioti, alle donne, che non furono solo staffette e informatrici ma anche combattenti ardite e valorose.
Permettetemi di parlare col cuore e condividere con voi un desiderio che è mio ma che forse abbiamo in tanti: sarebbe bello che nel 2014, anno del 70° della Liberazione della nostra provincia, riuscissimo a celebrare degnamente non solo la Liberazione di Forlì ma anche finalmente quella di Predappio, affinché, piano piano, il 28 ottobre sia per tutti l’anniversario della Liberazione di Predappio e resti quello della marcia su Roma solo nei ricordi appannati di qualche nostalgico (o magari anche nessuno); potremmo anche rispolverare l’idea della marcia antifascista su Predappio che purtroppo quest’anno è rimasta solo un’idea ma sarebbe invece una meravigliosa occasione per rendere finalmente giustizia ai Partigiani e ridare speranza a tutte le persone oneste che anche oggi, nel loro piccolo, resistono.
Mi piacerebbe che il sindaco di Forlì e anche il sindaco di Predappio Frassineti, che hanno collaborato come membri del comitato scientifico che ha curato l’allestimento della mostra sul giovane Mussolini a Predappio, collaborassero anche per rendere possibile la celebrazione della Liberazione di Predappio.
Oggi è il 9 novembre 2013: segniamoci questa data perché oggi di restituire il 28 ottobre a chi se lo è meritato con la lotta ne riparliamo ufficialmente e da qui al 28 ottobre 2014 c’è tutto il tempo per organizzarci, chiedere i permessi alla questura e coinvolgere le forze antifasciste che per fortuna nella nostra provincia sono numerose. Se non riusciremo vorrà dire che qualcuno non avrà voluto che riuscissimo e allora quel qualcuno dovrà darne conto.
Darne conto all’ANPI, certamente, poiché questa materia è molto cara a tutti noi e al nostro Presidente Sarpieri, ma soprattutto ai Partigiani di Predappio che, potendo liberare la loro città giorni prima, vollero aspettare proprio il 28/10, per liberarla due volte e non una volta sola.
Vorrei concludere con questa riflessione: se non avremo il coraggio di celebrare questa ricorrenza, vorrà dire che consideriamo l’antifascismo come un vestito, da sfoggiare con orgoglio in certe occasioni e nascondere nell’armadio in altre.
Invece noi dell’ANPI siamo convinti che l’antifascismo uno debba avere il coraggio di praticarlo e di difenderlo sempre. Oppure non dovrebbe nemmeno nominarlo.

 

Al seguente link trovate l’intervento di Enrico Monti:

http://forlicesena.anpi.it/2013/11/12/intervento-di-enrico-monti-in-occasione-del-69-anniversario-della-liberazione-di-forli/

 

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Intervento di Enrico Monti in occasione del 69° anniversario della Liberazione di Forlì

12 Novembre 2013

Sabato 9 novembre 2013 si sono svolte le celebrazioni per il 69° anniversario della liberazione di Forlì, in questa occasione Enrico Monti e Mirella Menghetti, due giovani militanti ANPI, hanno pronunciato i loro interventi nel salone comunale alla presenza del Sindaco di Forlì Roberto Balzani, delle autorità e dei ragazzi delle scuole di forlivesi.
Di seguito l’intervento di Enrico Monti:

 

Buongiorno a tutti e buon 69° anniversario della Liberazione di Forlì. Volevo prima di tutto ringraziare il presidente Carlo Sarpieri per la possibilità dataci di rappresentare (nel nostro piccolo) l’ANPI oggi in questa importante giornata.
È il 1944 quando a Roma nasce l’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani) mentre il nord Italia sta ancora subendo le violenze delle rappresaglie nazifasciste e dell’ultimo governo fantoccio di Mussolini (la Repubblica di Salò). L’ANPI verrà poi costituita ufficialmente nell’aprile del 1945.
E’ nella scelta coraggiosa di quei partigiani, nell’opposizione al regime e nella lotta di tutti coloro che con la vita hanno pagato per la nostra libertà che si ritrovano le radici dell’Italia repubblicana e della nostra costituzione.

 

Riporto un pensiero di Piero Calamandrei che tutti noi dovremmo tenere a mente e che rivolgo in particolare a tutti i giovani presenti oggi:
“Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati, dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì o giovani col pensiero perché là è nata la nostra costituzione”

 

Cosa deve fare oggi l’ANPI?
Non c’è più un regime da combattere, ma c’è un ricordo da preservare e una lotta morale da mandare avanti contro nuovi e vecchi nemici che costantemente cercano di minare la nostra democrazia! Questo pericolo è costante e quotidiano e si concretizza ogni volta che vengono meno i diritti delle persone e in generale quando vengono erosi i principi di libertà, solidarietà, pace, uguaglianza su cui poggia la nostra Costituzione.
Oggi l’ANPI deve scendere in campo non solo nelle date storiche (fondamentali) per non dimenticare cosa è stata la resistenza ma anche per insegnare a chi quella guerra non l’ha vissuta, come non ripetere gli stessi errori. Oggi l’ANPI deve essere lo strumento tramite il quale la Costituzione sia difesa e finalmente applicata!

 

L’ANPI oggi deve esistere perché:

• non è giusto che qualcuno venga discriminato perché ha la pelle di un colore e non è giusto che quel qualcuno scappi dal proprio paese dove c’è una guerra, attraversi il mare in condizioni pietose e dopo aver subito anche maltrattamenti fisici, muoia in mezzo a quello stesso mare

• non è giusto che una donna venga considerata meno di un uomo. L’ANPI deve farsi portavoce della figura femminile non dimenticando il prezioso sforzo e il coraggio messo in atto dalle tantissime staffette partigiane, giovani donne e ragazze che erano le vere vie di comunicazione tra le bande partigiane

• non è giusto che un operaio che lavora da anni per dare un futuro migliore ai propri figli perda il lavoro perché l’azienda trasferisce all’estero la produzione

• non è giusto che un commerciante, un artigiano o un imprenditore che non rispetta gli ordini mafiosi impostigli, si ritrovi la propria attività distrutta

• non è giusto che un ragazzo adolescente si suicidi gettandosi dal terrazzo di casa sua solo perché non ha trovato il coraggio di dire “sono gay”

• non è giusto che ci siano associazioni neofasciste e neonaziste che promuovono campagne politiche e sociali e che fanno irruzione durante manifestazioni o in consigli comunali. Non dimentichiamo che l’apologia di fascismo è un reato previsto dalla nostra legge

 

Oggi questo deve fare l’ANPI e non da sola ma con l’aiuto di tutte le associazioni che condividono gli stessi progetti e insieme a tutti coloro che si ritrovano in questi ideali!
E’ importante che l’ANPI di Forlì partecipi alla fiaccolata “mai più Lampedusa” oggi pomeriggio, così come è fondamentale che dia l’appoggio allo sciopero generale indetto dai sindacati venerdì 15 Questo è il percorso da fare…Noi siamo qui per RESISTERE e continuare a farlo!
Buona Liberazione, VIVA L’ANPI e VIVA la NOSTRA COSTITUZIONE!

Al seguente link trovate l’intervento di Mirella Menghetti:

http://forlicesena.anpi.it/2013/11/12/intervento-di-mirella-menghetti-in-occasione-del-69-anniversario-della-liberazione-di-forli/

 

 

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Lettera del Presidente Carlo Sarpieri al Prefetto in merito alla sfilata fascista del 28 ottobre a Predappio

23 Ottobre 2013

Forlì, 21 ottobre 2013

Al Prefetto
Dott.ssa Erminia Rosa CESARI
e.p.c. A tutti i Sindaci della Provincia di Forlì-Cesena
e.p.c. Al Presidente della Provincia Forlì-Cesena

 

In occasione dell’anniversario della marcia su Roma (il prossimo 28 ottobre) la civile e democratica Comunità di Predappio e dell’intera Provincia di Forlì-Cesena sarà costretta ad assistere alla sfilata di commemorazione che si concluderà davanti alla tomba di Benito Mussolini.

Ancora una volta si dovrà registrare il fatto che si consenta di fare discorsi, di urlare slogans, di fare sfoggio di divise e oggetti che inneggiano al fascismo e ne richiamano i simboli.

Ancora una volta siamo a richiedere che tutto ciò sia impedito in nome della Costituzione e delle leggi che vietano l’apologia del fascismo.

A nome dell’ANPI Provinciale e di grande parte della comunità provinciale vogliamo esprimere tutta la nostra preoccupazione per la persistente sottovalutazione dei rischi connessi al manifestarsi di iniziative che non appartengono solo al folklore nostalgico di qualche attempato signore, ma coinvolgono nuovi gruppi di ispirazione fascista e nazista che in questi giorni non hanno fatto mancare il loro messaggio intimidatorio marchiando con il loro timbro il palazzo che sta difronte alla sede dell’ANPI, in via Albicini, a Forlì.

La popolazione di questa Provincia si è battuta contro il fascismo e il suo principale artefice, tanto da meritare la medaglia d’oro al valor civile. Per rispetto ad essa, per rispetto a coloro che si sono sacrificati, spesso giovanissimi, per rispetto ai giovani di oggi che hanno diritto di pace e prosperità, l’ANPI sente il dovere di sollecitare tutte le autorità preposte a prevenire ed annullare ogni tentativo volto a far rinascere, sotto altro nome, ciò che la Costituzione ha voluto cancellare: un’ideologia fondata sulla violenza politica e sulla discriminazione fino al punto di dare origine all’infamia delle leggi razziali e alla soppressione delle libertà fondamentali dell’uomo.

Carlo Sarpieri
Presidente dell’A.N.P.I Comitato Provinciale Forlì-Cesena

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Ex MaceriA: lettera del presidente Sarpieri agli “Innamorati/e della Libertà”

27 Giugno 2013

Forlì, 26/06/2013

Agli “Innamorati/e della libertà”
e p.c. al Sig. Prefetto della Provincia
Forlì-Cesena

 

Cari/e “Innamorati/e della libertà”,

devo dire che ho seguito, con curiosità e anche con un po’ di preoccupazione, l’evolvere delle iniziative e delle azioni che avete organizzato recentemente nel territorio forlivese. La curiosità e l’interesse mio nascevano dal fatto che l’antifascismo era ed è la vostra parola d’ordine di riferimento ed è pertanto naturale che ciò riguardi anche il Presidente di un’Associazione come l’ANPI che, per Statuto, si pone l’obiettivo di testimoniare la memoria della Resistenza antifascista e che è impegnata a fare vivere, oggi e per il futuro, il messaggio antifascista. Per noi dell’ANPI come per tutti i democratici l’antifascismo non è, e non può essere, soltanto una dichiarazione autocertificata ma un insieme di valori da perseguire e praticare, nel concreto e con coerenza, nell’attività di ogni giorno per l’attuazione piena della Costituzione nata dalla Resistenza.

Mi riferisco ai valori della libertà e della responsabilità, della pace, della giustizia sociale per la cui conquista i partigiani si sono battuti, usando anche le armi, contro un regime violento e dispotico. Quei valori, pur essendo sanciti nella Costituzione antifascista, non sono mai dati una volta per tutte, ma richiedono un impegno continuo di tutte le forze che sono chiamate ad operare all’interno delle regole definite dalla carta costituzionale. Quelle regole, scritte nella Costituzione antifascista, rappresentano per l’ANPI il quadro di riferimento entro il quale è ciascuno può sviluppare la propria iniziativa nella convinzione, maturata anche dalla lettura dell’esperienza partigiana, che il successo dell’azione politica si realizza realmente allorquando una proposta, anche di una minoranza, acquista un consenso più largo e diventa patrimonio della maggioranza dei cittadini.

Questa è la politica ed è bene ricordarlo proprio nel momento in cui i soggetti politici che ne dovrebbero essere l’espressione più alta ( i partiti ) si trovano in una condizione di grande debolezza rappresentativa ma è lì, nella politica con le regole democratiche indicate dalla Costituzione, che noi dobbiamo riportare le nostre rivendicazioni anche le più estreme. Non ci sono scorciatoie, a meno che non si voglia cadere in un ribellismo inconcludente e pericoloso.

E qui vengo al secondo aspetto: la preoccupazione che mi deriva da ciò che è accaduto e che dimostra, nei fatti, che le modalità da voi adottate per esprimere il vostro legittimo dissenso rispetto agli atti delle istituzioni o per protestare contro la gravissima condizione che caratterizza la vita della parte più debole delle nostre comunità, queste modalità rischiano di portarvi nel vicolo cieco dell’isolamento politico fino al punto di essere percepiti, non dalle istituzioni, ma dai cittadini come qualcosa di estraneo e pericoloso piuttosto che un’opportunità per il sistema democratico.

Anche questa affermazione deriva dall’esperienza per cui sappiamo che quando si opera ai limiti della legalità, con azioni perseguibili sul piano penale, inevitabilmente si finisce per incontrare la reazione forte e spesso sproporzionata dell’autorità preposta alla tutela dell’ordine pubblico. Ed anche a Forlì è accaduto esattamente questo, con un intervento repressivo che è apparso, anche a noi dell’ANPI, eccessivo rispetto ad una protesta che non sembrava avere toccato punte di particolare violenza. Francamente viene da osservare che, in altri momenti durante assai discutibili manifestazioni con uso di slogan, gesti e simboli nazifascisti, non abbiamo visto mai tanta solerzia nell’applicazione della legge e della Costituzione antifascista e ciò nonostante le ripetute sollecitazioni dell’ANPI e di tanti cittadini democratici.

Per tutte queste ragioni, e non certo per una cosiddetta par condicio, voglio comunicare a voi, che l’ANPI intende fare proprio il vostro appello e chiedere al Prefetto, cui la presente è inviata per conoscenza, che, nell’esercizio delle sue prerogative, voglia accogliere i ricorsi presentati contro i provvedimenti restrittivi che sono stati adottati nei confronti delle persone fermate. Sarebbe un gesto molto più significativo rispetto a quello della burocratica applicazione degli atti e potrebbe creare una condizione più favorevole ad un’evoluzione positiva per un confronto democratico sui vari temi sollevati dall’iniziativa del gruppo degli “innamorati/e della libertà”.

A questo proposito l’ANPI è assolutamente interessata a dare un contributo ad un confronto con il quale si possano approfondire le ragioni di un impegno per allargare la conoscenza ed il consenso popolare attorno ai temi dell’antifascismo e per la piena attuazione della Costituzione, per il riconoscimento e la pratica dei diritti fondamentali della persona che danno pienezza al significato della libertà responsabile ( lavoro, giustizia, difesa dei beni comuni ). Mi auguro che ciò sia possibile e che il confronto si caratterizzi per il pieno rispetto delle diversità ( da intendere come un valore ) e per uno sforzo di ricerca di percorsi ed obiettivi comuni.

Vi ringrazio per l’attenzione e resto in attesa salutandovi.

Il Presidente ANPI Forlì-Cesena
Carlo Sarpieri

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Ferma condanna dell’azione condotta da Forza Nuova nella notte tra il 20 e il 21 febbraio

23 Febbraio 2013

L’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia condanna con fermezza il delirante volantino che Forza Nuova ha appeso di fronte ad alcune attività commerciali di proprietà di immigrati, che invitava gli stranieri a tornare a casa loro, e il relativo comunicato farneticante di rivendicazione:

” Forza Nuova, lontana anni luce da sentimenti xenofobi leghisti e da facili moralismi di liberali, comunisti e di parte del mondo cattolico, ritiene che l’unico vero modo per aiutare le popolazioni del sud del mondo sia quello di investire risorse economiche, umane e professionali direttamente nei paesi in via di sviluppo, per risollevare quelle terre per decenni schiacciate da comunismo e iper capitalismo. Forza Nuova, con questa azione diretta, parla agli stranieri presenti sul territorio nazionale invitandoli a tornare immediatamente ai loro paesi di origine. Da oggi in poi Forza Nuova impedirà, con tutte le proprie forze e al limite della legalità, la nuova creazione e l’insediamento di micro/macro “little africa” o “little asia” nelle città, mentre si impegnerà, con ancora maggiori energie, a fornire aiuti e beni di prima necessità alle popolazioni straniere che vivono nei propri paesi d’origine. “In Italia, prima gli italiani “ “

Fermo restando che saremmo felici se i militanti di Forza Nuova andassero ad aiutare le popolazioni straniere nei loro paesi, possibilmente a lungo, continuiamo a pensare che “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.“ come recita l’articolo 3 della nostra Carta Costituzionale, nata dalla Resistenza.

Rimaniamo allibiti, di fronte a qualche commento sui social network, che giustificano queste azione come ragazzate, o peggio, come espressione di un pensiero condiviso.

La condanna non può essere che totale, forte, incondizionata. Il razzismo che emerge dalle parole dei forzanuovisti va combattuto perchè da questi prodromi nacquero le leggi razziali in Italia, vergogna che ancora pesa sul nostro paese.

Ma soprattutto ci genera ribrezzo quel “con tutte le proprie forze e al limite della legalità” . Perchè ci vengono in mente le immagini della notte dei cristalli, il 9 novembre 1938 quando i nazisti distrussero le vetrine dei negozi gestiti da ebrei. Coloro che non ricordano il passato sono condannati a riviverlo, è questa memoria storica che ci assumiamo, come ANPI il dovere di conservare, stigmatizzando gli attacchi ai valori comuni a tutte le forze democratiche. Insieme al nostro impegno che valse allora per i fascisti e che vale oggi per i loro nipoti.

Non si illudano :

AI NOSTRI POSTI CI RITROVERAI,

MORTI E VIVI CON LO STESSO IMPEGNO

POPOLO SERRATO INTORNO AL MONUMENTO

CHE SI CHIAMA ORA E SEMPRE

RESISTENZA.

Lodovico Zanetti
ANPI Forlì

 

Vetrine di un negozio di proprietà di ebrei distrutte durante la notte dei cristalli

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Elezioni politiche 2013: il valore di una scelta

22 Febbraio 2013

Le elezioni politiche si svolgono in uno dei momenti più difficili dell’Italia
repubblicana e portano con sé il senso dell’attesa e della speranza per un rilancio
delle opportunità di sviluppo del nostro Paese e, nello stesso tempo, le
preoccupazioni di un possibile e definitivo decadimento del suo livello civile e
sociale. Molta parte delle difficoltà che l’Italia sta attraversando trovano una
motivazione negli effetti di una crisi che riguarda l’Europa e gran parte del mondo e
che segnala il fallimento del modello liberista ed, in particolare, dell’idea che il
dominio della speculazione finanziaria rispetto alle attività preposte alla produzione
della ricchezza avesse potuto rappresentare un’utile occasione per rispondere alle
esigenze dello sviluppo e della crescita della qualità della vita per tutti.

La realtà dei fatti ci ha dimostrato il totale fallimento di questa teoria e ha messo in
luce il grave danno che essa ha prodotto nella condizione di vita di milioni di persone
e nell’organizzazione dei sistemi produttivi e nel progressivo indebolimento della
politica come strumento e luogo pubblico di regolazione dell’economia e dei mercati
lasciando spazio a forme sempre più pesanti di privatizzazione del governo delle
politiche economiche e finanziarie. Ciò è apparso evidente prima di tutto a livello
dell’Unione Europea dove le forze politiche di maggioranza non sono state in grado
di contrastare questo processo dando luogo a politiche restrittive tali da
ridimensionare fortemente i consumi e la produzione piuttosto che attivare politiche
di crescita sostenibile.

In Italia la situazione è diventata ancora più grave per effetto dei limiti strutturali e di
un livello di indebitamento pubblico di dimensioni tali da rappresentare un forte
ostacolo per la credibilità internazionale del Paese. Per troppo tempo in Italia non
sono state adottate le misure di riforma che erano necessarie alimentando anzi un
progressivo indebolimento dei sistemi di garanzia e di controllo che insieme ad una
limitazione sempre più forte del grado di partecipazione democratica e delle forme
della rappresentanza, rendendo così possibile un crescente degrado etico
nell’amministrazione pubblica e nella politica. Si è giunti sull’orlo del baratro. A
questo ci ha portato il governo Berlusconi e, come spesso accade, quando ci si trova
nell’emergenza estrema si è stati costretti ad intervenire con iniziative straordinarie
come la nascita di un Governo tecnico che ha potuto mettere in atto misure di
contenimento che hanno finito per appesantire ulteriormente il quadro economico e
sociale del Paese.

Le conseguenze di tutto questo sulle condizioni materiali di vita degli italiani sono
impressionanti: nel mondo del lavoro e dell’impresa, nel sistema formativo e della
ricerca, nel sistema sanitario e sulla qualità delle risorse ambientali e culturali, nella

percezione del degrado e sulla fiducia dei cittadini nelle istituzioni e nella politica, in
ogni aspetto della vita individuale e collettiva noi vediamo i segni di un forte declino
del Paese tale da richiedere uno scatto, una svolta, la messa in campo di energie
nuove, delle risorse migliori del sapere e della cultura, del lavoro e dell’impresa, della
solidarietà sociale e della sensibilità delle donne. Bisogna essere coscienti del fatto
che non si tratta soltanto di eleggere un nuovo Parlamento e di formare un nuovo
Governo ma si tratta di dare vita ad una fase di cambiamento radicale che, pur nei
limiti imposti dagli impegni internazionali, si muova secondo un progetto politico
chiaro sul quale ci si possa impegnare per un lungo periodo.
Si tratta di essere consapevoli che tale progetto dovrà porsi il tema della crescita e
dello sviluppo secondo parametri e finalità diverse rispetto a quelle che ci hanno
portato nella situazione attuale rivedendo sostanzialmente le priorità, i modelli di
consumo, i criteri d’uso delle risorse, avendo chiari i bisogni veri delle persone e
limiti delle risorse naturali disponibili.

Per l’ANPI e per i valori che essa rappresenta, il progetto politico da assumere come
riferimento dovrà essere quello che avrà come obiettivi fondamentali il lavoro,
l’uguaglianza di fronte alla legge e delle opportunità di crescita personale,
l’applicazione del principio di solidarietà per cui ciascuno dà in proporzione alla
ricchezza che possiede, la scuola, la cultura, l’ambiente, la salute come beni comuni,
la pace, l’antifascismo, la democrazia come opportunità di relazioni costruttive e
positive tra le persone e tra i popoli. Sono i principi e i valori che sono scritti nella
nostra Costituzione e per cui si sono battuti e sono morti tanti ragazzi e tante ragazze
nell’esperienza drammatica ma straordinariamente feconda della Resistenza e della
lotta di liberazione dal nazifascismo. Ai giovani e ai meno giovani di oggi non
chiediamo di imbracciare il fucile (ne avrebbero volentieri fatto a meno anche i
giovani di allora) ma di usare fino in fondo e con convinzione gli strumenti della
democrazia, a partire dal voto, per poi riappropriarsi della politica perché essa torni
ad essere luogo ed occasione di confronto e di formazione di un progetto collettivo
cui dedicare parte della propria esistenza e di realizzare la propria crescita civile.

Ai partiti chiediamo di essere protagonisti e di non rinunciare al ruolo ad essi
assegnato dalla Costituzione poiché la democrazia rappresentativa non vive senza gli
strumenti fondamentali della partecipazione: si occupino più di progetti e meno di
gestione, siano inclusivi e non personalisti, si preoccupino di beni comuni piuttosto
che di interessi particolari, si impegnino a contribuire alla crescita di una cultura
politica che sappia coinvolgere tutte le risorse umane, culturali e materiali per il
progresso sociale e civile. Ai nostri iscritti, agli antifascisti e ai cittadini democratici
rivolgiamo dunque il nostro appello perché nemmeno un voto vada perduto, perché la
democrazia possa celebrare la sua festa nell’esercizio del voto, frutto della lotta delle
generazioni che ci hanno preceduto e strumento utile per costruire il futuro.

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Nuove sottoscrizioni all’appello dell’ANPI per il voto del 24 e 25 Febbraio 2013

19 Febbraio 2013

I CANDIDATI AL SENATO DELLA REPUBBLICA MAURO MOLARI (Movimento Cinque Stelle) e ELENA TONI (PD) SOTTOSCRIVONO APPELLO ANPI

In data odierna riceviamo notizia che i candidati al Senato della Repubblica MAURO MOLARI (Movimento Cinque Stelle) e ELENA TONI (PD) hanno aderito all’appello
Per un’Italia rinnovata, nei valori dell’Antifascismo, della Resistenza e della Costituzione” lanciato dall’ANPI in occasione del voto del 24 e 25 Febbraio 2013. Nel documento, rivolto ai partiti, alle istituzioni e ai cittadini italiani, ANPI richiama l’impegno dei candidati su alcuni valori di fondo nel quadro di un rafforzamento degli spazi e degli strumenti della partecipazione democratica in attuazione della Costituzione:

– il rigore morale, la trasparenza e la buona politica;

– l’impegno contro la corruzione e contro ogni tipo di mafia;

– l’impegno diffuso contro ogni tipo di razzismo e di discriminazione;

– l’impegno contro i tentativi di revisionismo storico e i rigurgiti di fascismo e nazismo;

– la libertà, l’uguaglianza e la dignità delle donne contro ogni violenza;

– il lavoro e la sua sicurezza come priorità assoluta dell’azione pubblica e privata;

– la scuola, la formazione e la ricerca come strumenti fondamentali per una crescita di tipo nuovo e più avanzato per le persone e per le imprese;

– le risorse ambientali, la salute ed il benessere sociale intesi come beni comuni e come base e finalità dello sviluppo.

AGGIORNAMENTI

20/02/2013

LA CANDIDATA ALLA CAMERA DEI DEPUTATI GIANCARLA GREMENTIERI (SEL)  SOTTOSCRIVE  APPELLO ANPI

In data odierna riceviamo notizia che la candidata alla Camera dei Deputati GIANCARLA GREMENTIERI (SEL) ha aderito all’appello

21/02/2013

LA CANDIDATA AL SENATO DELLA REPUBBLICA MARISA FABBRI (SEL)  SOTTOSCRIVE  APPELLO ANPI

In data odierna riceviamo notizia che la candidata al Senato della Repubblica MARISA FABBRI (SEL)   ha aderito all’appello ANPI 

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Appello dell’ANPI per un voto che rigeneri il Paese

18 Febbraio 2013

Antonio Ingroia candidato Premier lista Rivoluzione Civile, Tommaso Montebello, Paola Piazzi, Daniele Piovaccari e Michele Dotti candidati alla Camera dei Deputati , Liana Angelini candidata al Senato della Repubblica, (Rivoluzione Civile), Dario Franceschini e Sandro Gozi (PD) SOTTOSCRIVONO APPELLO E PETIZIONE ANPI

 

Sabato 16.02.2013 durante l’iniziativa svoltasi nel Salone Comunale a Forlì i candidati alle elezioni Antonio Ingroia, Tommaso Montebello, Paola Piazzi, Daniele Piovaccari e Michele Dotti candidati alla Camera dei Deputati, Liana Angelini candidata al Senato (Rivoluzione Civile) hanno incontrato il Presidente Carlo Sarpieri che ha illustrato loro l’appello lanciato dall’ANPI nazionale in occasione del voto.

Il Presidente Carlo Sarpieri ha illustrato il documento con il quale l’ANPI richiama l’impegno dei candidati su alcuni valori di fondo nel quadro di un rafforzamento degli spazi e degli strumenti della partecipazione democratica in attuazione della Costituzione.

Nel pomeriggio durante un’iniziativa a Savignano l’Anpi ha incontrato i candidati Dario Franceschini e Sandro Gozi (PD).

Il Presidente Carlo Sarpieri ha posto all’attenzione di tutti i candidati la petizione lanciata dall’ANPI nazionale per ottenere la piena pubblicità dei documenti trovati negli “armadi della vergogna” nonché la ripresa o completamento delle indagini sulle stragi nazifasciste ancora impunite, nella convinzione che la memoria di quegli orrendi misfatti debba anche rendere giustizia a coloro che, con il loro sacrificio, hanno reso possibile la creazione di uno Stato nuovo, repubblicano, democratico ed antifascista come delineato dalla nostra Costituzione.

I candidati tutti hanno espresso piena e totale condivisione del documento ANPI facendo propri gli impegni in esso contenuti; nello stesso tempo hanno posto la loro firma alla petizione sulle stragi impunite.

Ricordiamo che, nei giorni precedenti, anche i candidati alla Camera dei Deputati Marco Di Maio, Enzo Lattuca, Gianluca Masini (PD) e le candidate al Senato Mara Valdinosi (PD) e Oriana Casadei (SEL) avevano sottoscritto l’appello.

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Lettera del Presidente Carlo Sarpieri al Sindaco di Meldola in merito al monumento al Carabiniere e alla ninfa Giuturna

4 Febbraio 2013

Forlì, 25/01/2013

Al Sig. SINDACO del Comune di MELDOLA
Gianluca Zattini

e.p.c. ai Capigruppo del Consiglio Comunale
Michele Bertaccini
Fabio Fabbri

 

Caro Sindaco,

intervengo con questa mia per esprimere, a nome del Comitato Provinciale dell’ANPI di Forlì-Cesena, alcune valutazioni in merito alla decisione assunta dall’Amministrazione da Lei presieduta di collocare il monumento al Carabiniere e alla ninfa Giuturna nella stessa area in cui già era stato posto il monumento alla Resistenza.

Su questa vicenda già si sono espressi vari soggetti politici e sociali di Meldola e non è mia intenzione intervenire sugli aspetti politici e sulla polemica che si è aperta se non per rilevare un aspetto che sta molto a cuore all’ANPI provinciale.
Mi riferisco al fatto che il monumento alla Resistenza collocato a Meldola ha un rilievo del tutto particolare essendo posto all’imbocco della valle del Bidente e cioè di quella parte del territorio provinciale che ha visto nascere le prime formazioni partigiane e che è stata teatro delle più importanti attività della Resistenza armata in Romagna.
E in questa vallata ha preso corpo la formazione della 8^ Brigata Garibaldi che ha coinvolto centinaia e centinaia di uomini e donne, di famiglie intere che hanno rischiato la vita perdare sostegno alla lotta partigiana pagando spesso con grandi sacrifici e tragedie per questa loro scelta.

Non è solo un problema di memoria ma di comprendere l’origine e le motivazioni che stanno alla base della cultura civile e democratica che è propria di queste terre e che spiega perché sia ancora così presente il ricordo e così forte la sensibilità antifascista delle nostre popolazioni: la memoria si è tramandata tra le generazioni ed ha rafforzato la coscienza democratica dei nuovi cittadini.
Non stiamo parlando solo del passato ma anche del fatto che dobbiamo tenere alta la testimonianza di avvenimenti che hanno segnato profondamente la formazione degli individui edelle comunità di questi territori.
Da questa nostra convinzione, storicamente verificabile, traiamo la convinzione che i cippi, i monumenti, le lapidi che ricordano fatti terribili sono i segni di questo territorio, elementi della sua cultura, luoghi di riflessione su noi stessi e sul nostro futuro, per i quali da tempo nella nostra Provincia si lavora per costruire percorsi della memoria e della testimonianza: il monumento di Meldola segna il punto di partenza, la “porta” di questo percorso nella valle del Bidente su cui è possibile individuare opportunità e progetti da rivolgere alle generazioni che non hanno conosciuto quelle vicende.

Sono queste le ragioni per cui l’ANPI provinciale tiene molto al fatto che il monumento alla Resistenza di Meldola abbia il suo spazio e la sua valorizzazione e che, anzi, accanto ad esso,possano essere poste le indicazioni utili a conoscere i percorsi della memoria della vallata. Esso non può essere confuso con altri monumenti. Lo diciamo senza alcuna arroganza, convinti come siamo del valore che gli altri monumenti esprimono e anzi ritenendo che un’altra loro collocazione li possano meglio valorizzare.

Caro Sindaco, abbiamo avuto la possibilità, in altri momenti, di conoscere ed apprezzare la Sua sensibilità ai valori dell’antifascismo per cui siamo portati a credere che la scelta adottata sia stata il frutto di una valutazione troppo superficiale.
A ciò può avere contribuito un difetto di procedura che ha portato ad una decisione di Giunta senza alcun coinvolgimento né del Consiglio Comunale né delle Associazioni e dei cittadini interessati.
Eppure il significato delle opere e il non irrilevante costo delle stesse avrebbero consigliato una maggiore prudenza nel percorso decisionale. Se ciò fosse avvenuto, l’ANPI avrebbe espresso in quella sede la propria decisa contrarietà alla scelta proposta.
Lo facciamo oggi avanzando nel contempo la richiesta di sospendere i lavori e di aprire la consultazione con tempi definiti così da acquisire tutti gli elementi utili per una valutazione d’insieme.
Non abbiamo nessuna pretesa di sostituirci a chi ha la responsabilità di decidere ma chiediamo di poter dare il nostro contributo alla definizione della scelta che il Comune farà.

Se ciò accadrà potremo ricostruire un consenso ampio attorno ai valori che ci uniscono.
Se ciò accadrà vorrà dire che alla sensibilità ai valori dell’antifascismo che Le riconosciamo si potrà accompagnare l’apprezzamento per quella sensibilità democratica che spinge al coinvolgimento più ampio della popolazione quando sono in gioco le scelte più significative della città.

Fiducioso in un positivo riscontro colgo l’occasione per inviare cordiali saluti.

IL PRESIDENTE ANPI Forlì – Cesena
Carlo Sarpieri

 

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http://issuu.com/anpiforlicesena/docs/letterealsindacomeldola25012013

 

 

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Lettera del Presidente Carlo Sarpieri al Sindaco di Cesenatico in merito ai busti scultorei di Mussolini e Vittorio Emanuele III

4 Febbraio 2013

Forlì, 30/01/2013

Alla cortese attenzione del Sindaco Roberto Buda

Gentile Signor Sindaco,

apprendiamo dai giornali la notizia che riferisce della decisione Sua e dell’Amministrazione comunale di Cesenatico di voler acquisire, in comodato gratuito, l’uso dei busti scultorei di Benito Mussolini e Vittorio Emanuele re d’Italia.
Francamente, ci piacerebbe che Lei spiegasse ai suoi cittadini e a tutti noi: a quale bisogno della città di Cesenatico risponde tale scelta? Essendo Cesenatico una città turistica vien da pensare che Lei voglia esporre i busti per farli ammirare dai turisti.
Si tratterebbe cioè di un’operazione commerciale, per vendere meglio il prodotto turistico, cui si potrebbe aggiungere in seguito la vendita di gadget, tipo Predappio per intenderci, oppure per un’operazione tipo aeroporto di Forlì, che qualcuno vorrebbe intitolare a Mussolini….perché più conosciuto nel mondo!
Ma, in questo caso, ci sono due aggravanti: la prima riguarda il fatto che una tale decisione viene assunta da un’Istituzione pubblica democratica che era stata cancellata dal fascismo e che ha nella Costituzione repubblicana, democratica ed antifascista il suo fondamento.
La seconda è costituita dal fatto che questa scelta viene resa nota nei giorni dedicati alla memoria dello sterminio degli ebrei e di tutti coloro che si opposero al nazismo ed al fascismo.

Quei busti, non dimentichiamolo mai, rappresentano personaggi che, con le loro scelte, hanno portato centinaia di migliaia di uomini al massacro nelle guerre imperiali, che hanno voluto ed imposto le leggi razziali, che hanno consegnato il Paese nelle mani di un esercito straniero collaborando con le nefandezze della Gestapo, che obbligarono migliaia e migliaia di ragazzi e ragazze ad immolare le loro giovani vite per riconquistare la libertà e la dignità della Patria.

E’ di tutto questo che vuole fare mostra ai turisti italiani e stranieri, signor Sindaco? Bene, allora compia un altro sforzo: organizzi un museo della Resistenza, uno spazio nel quale, anche con quei busti, si possa spiegare ai ragazzi ed ai turisti che cosa essi davvero rappresentano e quanto hanno fatto, anche nel Suo Comune, gli antifascisti ed i democratici per liberarci da loro.
Questo meriterebbe una città dalle tradizioni democratiche, antifasciste e repubblicane come Cesenatico.
Se ciò avvenisse troverebbe la nostra piena comprensione e la nostra massima collaborazione.

Se ciò non fosse, saremmo costretti a pensare che l’operazione in atto debba ascriversi a quella tendenza revisionistica molto presente in Italia ed in Europa volta a cambiare il senso della storia, cosi da lasciare spazio a nuovi movimenti che inneggiano al fascismo del terzo millennio strumentalizzando le paure, le preoccupazioni e la disperazione di milioni persone colpite dalla crisi.
E’ già accaduto nel passato e non possiamo permettere che accada ancora magari contando sull’indifferenza degli onesti. Ancora una volta, non possiamo che condannare atteggiamenti volti abanalizzare personaggi e vicende che hanno tragicamente segnato la storia d’Italia e della nostracomunità provinciale insignita di medaglia d’oro al valor civile per il contributo dato alla Resistenza.

Cordiali saluti

IL PRESIDENTE ANPI FORLI-CESENA
Carlo Sarpieri

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http://issuu.com/anpiforlicesena/docs/letteraalsindacocesenatico30012013