Integrazione e aggiunta alle celebrazioni per Corbari

14 Agosto 2017 Nessun commento »

A ulteriore integrazione delle celebrazioni dedicate al Battaglione Corbari nella ricorrenza del 18 agosto, si segnalano due iniziative: a Castrocaro e a Forlì, entrambe venerdì 18 agosto 2017.
Venerdì alle 10, nella loggia di via Garibaldi a Castrocaro Terme, si terrà la cerimonia di commemorazione per il 73esimo anniversario dell’uccisione dei quattro partigiani del Battaglione Corbari, medaglie d’oro al Valor Militare, Silvio Corbari, Adriano Casadei, Arturo Spazzoli, Iris Versari. Corbari e Casadei furono impiccati il 18 agosto 1944 ai tiranti della loggia. I corpi dei quattro martiri furono esposti impiccati a due lampioni di piazza Saffi a Forlì come monito alla popolazione. Interverrano assieme ad autorità civili e militari, la sindaca Marianna Tonellato che deporrà una corona d’alloro.
Parteciperanno Carla Grementieri, vicepresidente vicaria dell’Anpi di Forlì-Castrocaro e la staffetta partigiana Amalia Geminiani e l’associazione voceDonna, che ha come socia Onoraria Iris Versari. Alle ore 10.45 la cerimonia si ripeterà presso le mura esterne del cimitero sotto la lapide che ricorda la fucilazione, avvenuta sempre nell’agosto del 1944, di Rolando e Verardo Verità, Raniero Paolucci De Calboli, Antonio Benzoni, Antonio Buranti, Livio Ceccarelli e Fiorenzo Grassi.
A FORLI’, in piazzetta della Misura, alle ore 21:15, Concerto della Banda “Città di Forlì” per ricordare i martiri di Cà Cornio (Iris Versari, Adriano Casadei, Silvio Corbari e Arturo Spazzoli) e il fratello di Arturo, Tonino, che fu fatto transitare in piazza Saffi per fargli vedere il corpo dei 4 appesi, prima di essere portato nel luogo della sua uccisione.

UN APPELLO e UN INVITO

14 Agosto 2017 Nessun commento »

L’appello è a tutti gli iscritti ANPI e l’invito è rivolto agli antifascisti.
Per non dimenticare, PARTECIPANDO.
DOMENICA 20 agosto alla chiesa di SAN VALENTINO (Tredozio) si ricorda lo scontro fra il Battaglione Corbari ed i nazifascisti del 18 agosto 1944. Scontro che portò alla morte di Iris VERSARI e la cattura di Arturo Spazzoli, Silvio CORBARI e Adriano CASADEI. Va sottolineato che Arturo, Silvio ed Adriano furono uccisi nel corso della mattina, in due momenti diversi, per poi, assieme alla salma di Iris, essere impiccati (quindi già morti) ai lampioni in piazza a Forlì nel pomeriggio e lasciati lì per alcuni giorni.
La Memoria dell’episodio si terrà a San Valentino, con inizio alle ore 16, quando Claudio Stagni, Vescovo Emerito della Diocesi di Faenza-Modigliana, celebrerà la messa.
Alle ore 17 Autorità e partigiani, cittadini e antifascisti assisteranno alla deposizione di corona ai Caduti della Resistenza, per poi spostarsi a CA’ CORNIO (in Comune di Modigliana-l’edificio in cui avvenne l’eccidio) per portare una corona ai Resistenti.
Le cerimonie saranno accompagnate dalla Banda “Città di Modigliana”.
E’ possibile partecipare ad un momento conviviale, prenotando al 347 9022213 (Mirco).
Da sottolineare che VENERDI’ 18 agosto, nell’Abbazia di SAN BENEDETTO in ALPE si terrà il CONCERTO dedicato a Iris Versari.

Per ulteriore informazioni sull’episodio, si allega la scheda di Roberta Mira in “Atlante delle Stragi naziste e fasciste in Italia”
La mattina del 18 agosto 1944 i fascisti del Battaglione M IX Settembre di stanza a Castrocaro (FC) e alcuni tedeschi accerchiarono e attaccarono un casolare a Ca’ Cornio nei pressi di Modigliana (FC) dove si erano stabiliti Silvio Corbari e alcuni membri della sua formazione partigiana, tra cui i suoi principali collaboratori Iris Versari, Adriano Casadei e Arturo Spazzoli. I fascisti ferirono Arturo Spazzoli e costrinsero il contadino Sante Piani a trasportarlo verso Monte Trebbio, ma lungo il tragitto un fascista uccise Spazzoli e giunti a Monte Trebbio anche Piani fu ucciso (v. Monte Trebbio (FC), 18 agosto 1944); Iris Versari, che era ferita ad una gamba e non poteva fuggire, si suicidò per non cadere prigioniera. Casadei e Corbari restarono feriti e furono catturati. I fascisti li portarono a Castrocaro dove verso le ore 13 li impiccarono sotto il portico del centro cittadino (v. Episodio di Castrocaro (FC), 18 agosto 1944). Nel pomeriggio i fascisti trasferirono a Forlì i corpi esanimi di Corbari e Casadei a cui unirono quelli recuperati di Iris Versari e Arturo Spazzoli. Allo scopo di terrorizzare la popolazione e dimostrare che il fascismo aveva avuto ragione del temuto bandito Corbari, impiccarono i quattro cadaveri ad un lampione di piazza Saffi a Forlì, in centro alla città, e li lasciarono esposti per alcuni giorni.
L’operazione fascista a Ca’ Cornio fu resa possibile dalla collaborazione di alcuni giovani che si erano infiltrati nella formazione Corbari e che avevano raccolto informazioni per passarle al battaglione M IX Settembre. La cattura e l’uccisione di Corbari e dei suoi compagni avvenne a conclusione di una serie di arresti e uccisioni di persone accusate di sostenere la Resistenza compiute dal battaglione M IX Settembre a metà agosto 1944 a Castrocaro. Il giorno 12 i fascisti del battaglione M avevano fucilato nel cimitero di Castrocaro i fratelli Rolando e Verardo Verità nel pomeriggio e Angelo Mariani nella notte (v. Episodi di Castrocaro (FC), 12 agosto (fratelli Verità) e Castrocaro (FC), 12 agosto 1944 (Angelo Mariani) e il giorno 14, sempre nel cimitero di Castrocaro, avevano ucciso il marchese Gianni Raniero Paulucci de’ Calboli Ginnasi, Antonio Benzoni, Fiorenzo Grassi, Livio Ciccarelli e Antonio Buranti (v. Episodio di Castrocaro (FC), 14 agosto 1944). Altra vittima di questa serie di arresti fu Umberto Mercuri che morì cadendo dalla finestra della sede del battaglione M.

Ciao Guerzoni

11 Agosto 2017 Nessun commento »

PUBBLICHIAMO IL CORDOGLIO DELL’ANPI NAZIONALE, CUI -COME ANPI PROVINCIALE- CI ASSOCIAMO
Con intensa commozione e dolore abbiamo appreso della scomparsa del nostro amato Vice presidente nazionale vicario Luciano Guerzoni. Una perdita gravissima per tutta l’Associazione che in queste ore sta vivendo momenti di profondo turbamento. Guerzoni è stato un amico, un grande dirigente nazionale, un autentico democratico, un appassionato e prezioso organizzatore: grazie al suo infaticabile impegno, per il quale nel 2009 si è potuto dare vita alla nuova stagione dell’ANPI con la Conferenza di organizzazione di Chianciano, la nostra Associazione è oggi presente e operativa in tutte le province d’Italia. L’attività politica ha caratterizzato per intero la sua esistenza portandolo a ricoprire cariche di alto livello istituzionale. Presidente della Regione Emilia-Romagna dal 1987 al 1990, è stato poi Senatore della Repubblica ininterrottamente dal 1992 al 2006, Presidente e Vice Presidente di Commissione (ricordiamo in particolare quella d’inchiesta sulle cause dell’occultamento di fascicoli relativi a crimini nazifascisti). Ma possiamo affermare con convinzione che la sua “Casa” politica, la sua ragion d’essere di attivista della democrazia e dei principi e valori della Costituzione, è stata decisamente l’ANPI.
Salutiamo Luciano Guerzoni con affetto infinito, ci stringiamo al dolore dei familiari e amici e annunciamo che in settembre organizzeremo una iniziativa nazionale tutta dedicata al suo ricordo.
LA PRESIDENZA E LA SEGRETERIA NAZIONALE ANPI
Roma, 11 agosto 2017

IL SENTIERO DEL PARTIGIANO JANOSIK

3 Agosto 2017 Nessun commento »

IL SENTIERO DEL PARTIGIANO JANOSIK

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Lunghezza 5Km
Tempo di percorrenza 3 ore
Dislivelli alt. max-min 764-613 mt slm

Il sentiero del partigiano Janosik è dedicato a Giorgio Ceredi (1925-2016) partigiano e commissario politico del secondo distaccamento, II zona dell’8ª Brigata Garibaldi.

Su YouTube “Intervista al partigiano Giorgio di Cesena” 25/4/2010

https://www.youtube.com/watch?v=62Cl_jZNn_o

STRABATENZA – Punti di interesse:

* Monumento ai partigiani dell’8ª Brigata Garibaldi

* Cà I Fondi

*La Casaccia sede del Comando II distaccamento della II zona

* Cà del Tosco

* Cà Palaino

* Trappisa di sopra

* La “Salgheda” antica strada che da Poggio la lastra portava alla “Villa”, centro del paese di Strabatenza

* Canonica della chiesa di San Donato, prima sede del Comando Gruppo Brigate “Romagna” nel febbraio-aprile 1944 e da maggio sede del Comando dell’8ª Brigata Garibaldi “Romagna” seconda zona

“ Se volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è
nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne
dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono
imprigionati, nei campi dove furono impiccati.”

Piero Calamandrei

Miro Gori nuovo presidente ANPI FC

15 Giugno 2017 Nessun commento »

Il comitato provinciale Anpi Forlì Cesena (Associazione Nazionale Partigani d’Italia) ha eletto sabato 3 giugno, all’unanimità, il nuovo presidente provinciale, Miro Gori, dopo la rinuncia, per motivi di salute, di Tamer Favali. Altrettanto unanime il ringraziamento del comitato provinciale sia al presidente uscente, che a Furio Kobau, avendo egli guidato come presidente vicario l’Anpi, per alcuni mesi.
Gianfranco Miro Gori è nato a San Mauro Pascoli (11 agosto 1951). Dopo gli studi classici, si è laureato in filosofia e ha conseguito il dottorato di ricerca in discipline dello spettacolo: storia e filologia del cinema. Ha ideato e diretto la Cineteca del comune di Rimini e organizzato festival e manifestazioni culturali in patria e all’estero. Ha pubblicato molti saggi di argomento cinematografico dedicandosi soprattutto, tra i primi in Italia, allo studio dei rapporti tra cinema e storia. Si è occupato del regista Federico Fellini, dello sceneggiatore e poeta Tonino Guerra, del musicista Secondo Casadei, del poeta, suo concittadino, Giovanni Pascoli, senza mai dimenticare il legame che essi hanno coltivato con la loro terra. Tra le sue opere  un romanzo in una “neolingua” che mescola italiano e dialetto (Senza Movente. Mobydick, Faenza 2000) e quattro raccolte di versi in dialetto (Strafócc, Chiamami Città, Rimini 1995; Gnént, Pazzini, Verucchio 1998; Cantèdi, Mobydick, Faenza, 2008; E’ cino, la gran bòta, la s-ciuptèda, Fara, Rimini 2014).  E’ stato sindaco di San Mauro Pascoli.

Miro-Gori

L’Anpi è uno dei capisaldi della Repubblica italiana fondata sulla Costituzione. Un baluardo non enorme dal punto di vista quantitativo ma di certo assai grande da quello culturale, morale, simbolico.
L’eredità della Resistenza da cui è nata la nostra bella Costituzione, è un ricco lascito per il presente e un sostanzioso viatico per il futuro.
Per questo sono orgoglioso e onorato di assumere la carica di presidente dell’Anpi: associazione che nella deriva individualistica presente, in un certo scadimento intellettuale e morale, mantiene saldi i valori della Repubblica italiana, fondata sul lavoro, sulla giustizia, sulla libertà.
I giorni che ci attendono ci dovranno vedere impegnati nella battaglia per la difesa e l’ampliamento di questi valori universali: Una battaglia da condurre tutti insieme.
Ogni iscritto, ma anche ogni persona che condivide questo progetto è chiamata a dare il suo contributo.
Ringrazio dunque coloro che mi hanno eletto, i presidenti dell’Anpi che mi hanno preceduto, gli aderenti all’Associazione, e confidando nella collaborazione di tutti mi avvio a seguitare, mi auguro con l’umiltà e la forza necessaria, nel cammino gloriosamente aperto nella guerra di Liberazione nazionale.

Miro Gori

Domenica 14 maggio 2017 – A pranzo con l’ANPI

8 Maggio 2017 Nessun commento »

ANPI Sezione Cesena presenta:

“A pranzo con l’ANPI”

Domenica 14 maggio 2017
Circolo ARCI Ponte Abbadesse
Via Sorrivoli, 24 – Cesena FC

Programma:
10:45 – Proiezione documentario a cura di ResistentiDOC
12:30 – Pranzo di autofinanziamento € 23/persona. Prenotazioni entro il 10/05 ai numeri 3336678611 Nadia oppure 3397049329 Alfio. Menu: antipasto misto, tagliatelle al ragù di mora romagnola, arrosti misti con contorni, dolce, vino, acqua e caffè. Alternativa vegeteriana su richiesta.

Aperto a tutti!

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La moneta cattiva

26 Aprile 2017 Nessun commento »

di Vladimiro Flamigni

Ormai da oltre un mese, sulla stampa locale si discute della riaccensione del faro della Rocca delle Caminate.
Ad innescare la polemica l’interrogazione di un consigliere provinciale di Meldola alla quale avrebbe risposto positivamente, nella seduta successiva, il presidente della provincia Davide Drei. Risposta, sembra, condivisa dagli altri consiglieri provinciali.
E’ passato diverso tempo ma ancora non possediamo una precisa ricostruzione di quanto sia avvenuto documentato da un verbale o un atto ufficiale.
Va subito detto che questo consiglio provinciale non eletto a suffragio universale, ha modificato e ribaltato gli orientamenti dei consigli provinciali, eletti a suffragio universale, che analoga proposta avevano respinto.
Ma qual’è la motivazione alla base della richiesta di accensione di un faro rimasto spento per 70 anni? E dopo che in precedenza il Consiglio proviciale aveva respinto la richiesta?
La motivazione è unicamente turistica, il faro attirerebbe turisti, quindi risorse economiche e questo argomento serve a scalzare qualsiasi obiezione, che male c’è ad usare i cimeli o le architetture del regime per attirare turisti? Qualcuno ne trae beneficio, perchè allora impedirlo.
Quel faro sulla Rocca delle Caminate non c’era ne c’era motivo perchè ci fosse. Lo volle Mussolini nel 1927 per celebrare se stesso e era acceso solo per segnalare la presenza del duce in Romagna. Quella luce che si estendeva per 60 km stava a significare che la Romagna era stata domata, pacificata dal fascismo. La Romagna democratica, dei partiti di massa, delle leghe, delle cooperative era stata distrutta e il fascismo aveva vinto, la nuova Romagna si identificava nel suo duce. Questo comunicava la luce del faro e lo sapevano bene gli antifascisti che ogni volta che il duce era in Romagna erano costretti in casa o in galera.
E’ inconsistente qualsiasi argomento che sostenga che oggi, dopo 70 anni, la sua riaccensione, se fatta a determinate condizioni, dimostrerebbe che alla fine la Romagna democratica, antifascista ha avuto il sopravvento, ha vinto. Secondo i sostenitori dell’accensione del faro quei simboli non fanno più paura e bisogna innovarsi.
Le categorie del coraggio e della paura qui valgono poco. I nostri padri, i nostri nonni il coraggio lo avevano e lo dimostrarono, avevano ben chiaro di avere vinto, e quel faro lo vollero spento.
Un conto è il recupero delle strutture architettoniche finalizzate ad un uso culturale e sociale, un conto è il ripristino della funzione di un oggetto che aveva e avrebbe un significato terribilmente simbolico: la luce del faro vorrebbe ricordare che il duce è ritornato a casa?!
Quando ci fu il restauro della ex Gil, si recuperò la scritta del giuramento fascista nello stato in cui si trovava, senza procedere a ricostruzioni che avrebbero falsato la storia e la correttezza del restauro. Si decise di porre alla base della torre, l’informazione che la scritta è in parte deteriorata, perchè così vollero i giovani antifascisti che il 25 luglio 1943 la scarpellarono.
La riaccensione del faro rimette in discussione questo principio e annulla settanta anni di storia, quel faro non è rimasto spento perchè rotto ma perchè così vollero coloro che il fascismo lo avevano abbattuto.
Quello è il faro del duce, la sua importanza deriva da questo, e una volta riattivato sarà il faro del duce e attirerà coloro che per curiosità o condivisione di idee vogliono vedere il faro del duce.
Vorrei ricordare che oltre al faro di luoghi mussoliniani Forlì ne possiede molti altri l’appartamento in prefettura, il rifugio antiaereo nei sotterranei della prefettura e poi la stanza alla stazione. Lo studio del fratello a Paderno di Mercato Saraceno. Vi sono richieste perchè questi luoghi siano visitabili da parte del pubblico.
Vi è ampia materia per fare un percorso mussoliniano turisticamente attraente. E’ a questo che si vuole giungere? E’ questo il futuro che si prepara per i nostri nipoti? Fare le guide mussoliniane o i camerieri in camicia nera?
Dopo avere costruito questa “italietta” mussoliniana, tra appartamenti, stanze, fari, negozi di gaget hitleriani e mussoliniani, fra la casa natale e la tomba dovrebbe sorgere un Centro di documentazione di alto profilo culturale e di coinvolgimento europeo?
C’è una vecchia legge, ma sempre valida, che afferma che la moneta cattiva scaccia quella buona.
C’è da dubitare che qualche università o centro culturale europeo sia disponibile a collaborare con un’istituzione culturale inserita in un contesto di questo tipo.
Ma qual’è il messaggio che la riaccensione del faro trasmetterebbe ai giovani?
E’ possibile usare i simboli del fascismo perchè questo non fu un vero totalitarismo, fu un totalitarismo all’italiana, che mandava gli oppositori in villegiatura al confino, un fascismo che ha fatto anche molte cose buone, sbagliò ad allearsi col nazismo, quello si criminale. E se in Germania, o in Austria nei luoghi simbolo del nazismo vi è il racconto di crimini e malefatte ciò non è necessario in Italia perchè il fascismo fu tollerante, in quegli anni ci fu una vivace stagione artistica, e si sa gli italiani sono brava gente.
Così facendo non faremmo altro che ribadire tutti i luoghi comuni che un’inizativa culturalmente seria dovrebbe spazzare via.
Sulla tolleranza del dissenso da parte del fascismo vorrei ricordare che fra il 1928 e il 1941, nella sola provincia di Forlì ci furono quattro antifascisti uccisi dalle torture fasciste: Gastone Sozzi, Scevola Riciputi, Derno Varo e Pio Amaduzzi.
Ma perchè da alcuni anni si discute tanto dell’importanza del turismo e della cultura per Forlì?
A partire dagli anni settanta Forlì ha conosciuto un processo di deindustrializzazione. Produzioni importanti e migliaia di posti di lavoro sono stati persi e molti non rimpiazzati. Forlì fatica a ricollocarsi nel contesto dell’economia globalizzata e il turismo culturale che è una importante risorsa per l’Italia diviene sempre più importante anche per la nostra provincia. Investimenti importanti sono stati fatti dalla Fondazione cassa dei risparmi, dagli enti locali per proporre Forlì città della cultura. Un proposito da condividere e sostenere ma con proposte che non contraddicano la sua tradizione democratica, antifascista, associativa e partecipativa. Che non tolgano a questa terra la sua identità, i suoi valori, la sua coesione e la sua forza.
La scelta è se vogliamo soddisfare un turismo il più ampio possibile purchè porti soldi, o vogliamo qualificare il territorio, con proposte capaci di attrarre un turismo culturalmente qualificato, che frequenta questi luoghi per l’elevata qualità dei suoi servizi, dei suoi prodotti gastronimici e culturali, un turismo che non è affatto di nicchia ma che corrisponde alla levatura degli italiani e dei giovani di oggi abituati a frequentare e a confrontare le proposte con quanto avviene anche negli altri paesi europei.

 

Gastone_Sozzi
Gastone Sozzi

Scevola_Riceputi
Scevola Riceputi

Derno_Varo
Derno Varo

Pio_Amaduzzi
Pio Amaduzzi

Cronache della Resistenza – 2017/N°2

25 Aprile 2017 Nessun commento »

Cronache della Resistenza – Marzo/Aprile 2017/N°2

Sommario:

  • Il faro del Duce resti spento – pag 2
  • “Il solo faro che vogliamo acceso” – pag 4
  • La moneta cattiva – pag 6
  • I nostri “eroi” – pag 8
  • Congratulazioni Forza Nuova, condoglianze Italia – pag 9
  • Cesena c’è – pag 12
  • I resistenti galeatesi – pag 13
  • Otto Balekta e gli altri – pag 15
  • Caro Sindaco, c’è bisogno di più ANPI – pag 18
  • Ricordi e sottoscrizioni – pag 19

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21 aprile 2017 presentazione RESISTENZA MAPPE a Cesena

19 Aprile 2017 Nessun commento »

Il 21 aprile 2017 l’istituto di Storia della Resistenza organizza a Cesena una serata a Palazzo Nadiani (Contrada Dandini 5 Cesena vicino a Galleria Oir) per presentare RESISTENZA MAPPE un portale della regione Emilia Romagna  dedicato ad itinerari della resistenza, dell’antifascismo della guerra ecc.

http://resistenzamappe.it/

ResistenzaMappeCesena

30 aprile 2017 festa “PRIMAVERA DI LIBERAZIONE” a VALPISELLA

19 Aprile 2017 Nessun commento »

Per informazioni e prenotazione per il pranzo tel a Palmiro 377 2197631 o scrivere a anpi.sez.forli@gmail.com

http://forlicesena.anpi.it/valpisella/

 

Locandina 30 aprile

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